Nettuno e il mare: la salvezza, la tempesta e l’oblio

Nettuno e il mare: la salvezza, la tempesta e l’oblio

Per il Ciclo “Vita, morte e viaggio nella mitologia classica”, appuntamento in Sala Conferenze, giovedì 13 dicembre, alle ore 17.00, con il Centro Internazionale Scrittori della Calabria e la filologa Paola Radici Colace, professore ordinario all’Università degli Studi di Messina e direttore del Comitato scientifico del CIS, sul tema “Nettuno e il mare: la salvezza, la tempesta e l’oblio”.

Introducono: il direttore del MArRC, Carmelo Malacrino, e la presidente del CIS, Rosita Loreley Borruto.

Sarà un’avventura della letteratura e dell’immaginazione alla scoperta del mito di Poseidone-Nettuno, dio del mare e di tutte le acque, della navigazione, delle tempeste e dei terremoti, che tiene il tridente in mano, simbolo del potere degli abissi marini, ed è trainato da cavallucci marini, con un corteo di delfini. E “il viaggio per mare” è metafora della vita stessa dell’essere umano.

«Creatore di esseri mostruosi, spesso irascibile e vendicativo, il dio può scuotere la terra, muovere le maree, provocare terremoti e maremoti, inghiottire uomini e navi, ma nella sua versione benigna può salvare i marinai in viaggio, far giungere sani e salvi i viaggiatori, fare attraccare le navi in una terra sicura, creando nuove isole come approdo per i naviganti e offrendo un mare calmo e senza tempeste» dichiara Colace.

«Nettuno, padre del leggendario cavallo alato Pegaso, è l’archetipo dell’Immaginazione. Può assumere qualsiasi forma per raggiungere i meandri più nascosti dell’Universo e si può trasportare in un battibaleno da un luogo all’altro, eludendo il tempo e lo spazio», afferma la studiosa. «Questa capacità di allacciare rapporti tra cose, luoghi e fatti lontani, e mettere in contatto l’infinitamente piccolo con l’incommensurabilmente grande è la potenza dell’acqua».