Livello A

SEZIONE I - Prima della Magna Grecia

Dal Paleolitico al Mesolitico (120.000-12.000 anni fa)

La Calabria, terra nel cuore del Mediterraneo da sempre crocevia di genti e culture, offre straordinarie testimonianze sulle prime fasi di popolamento relative alla preistoria più antica.

Gli strumenti in pietra di Casella di Maida (CZ) sono preziose testimonianze di abilità manifatturiera di utensili appartenenti alla c.d. “cultura del Ciottolo”. Rari i resti scheletrici di Uomo di Neanderthal: una mandibola di bambino e un frammento di cranio rinvenuti a S. Francesco d’Archi (RC) e a Iannì di Nicotera (VV). L’Homo Sapiens produsse gli strumenti litici in selce provenienti da Punta Safò (CZ).

Di età Mesolitica sono i ciottoli dipinti di Grotta della Madonna (CS), espressione di un precoce gusto artistico e comunicativo. Tracce significative del Paleolitico Superiore giungono da Grotta del Romito (CS): le numerose conchiglie forate rimandano all’uso di gioielli primordiali, mentre il calco di incisione di Bos taurus primigenius rappresenta una delle attestazioni di arte rupestre più antiche d’Italia.

Il Neolitico (da 12.000 a 4.000 anni fa)

A quest’epoca appartengono numerosi esempi di macine e pestelli, asce e accette utilizzate nelle operazioni di bo­nifica dei terreni agricoli. Selce e osso erano i materia­li maggiormente utilizzati sia per la realizzazione di oggetti di uso quotidiano (lame, punte, punteruoli e spatole), che per la produzione di gioielli (elementi di collana), o anche per la rea­lizzazione di statuine femminili legate alla sfera simbo­lica della fertilità.

L’esposizione di alcuni tra i primi esempi di forme vasco­lari permette di seguire l’evoluzione delle tecniche di lavorazione della ceramica incisa, impressa e dipinta. Le deco­razioni erano realizzate prima della cottura, quando l’argilla era ancora facile da modellare, con le unghie o mediante punzoni di forme e materiali diversi.

A partire dal Neolitico medio la capacità di lavorazione cera­mica si affina: le argille diventano più depurate e, per le deco­razioni, sono privilegiate le dipinture a bande, fasce, cerchi e rettangoli. Fra il materiale recuperato a Grotta S. Angelo vi sono alcuni vasi che recano, isolati sul fondo, primitivi segni di elementare pregrafismo che, dipinti e incisi, sembrano ri­mandare a oggetti/elementi reali.

SEZIONE II - Le età dei metalli

Età del Bronzo ed Età del Ferro (dal II millennio all’VIII secolo a.C.)

Accanto alle ceramiche decorate e agli oggetti in metallo dell’Età del Bronzo, una maestosa giara (pithos) rinvenuta nell’abitato di Broglio di Trebisacce (CS) rappresenta l’esemplare più grande scoperto finora in Calabria per la seconda metà del II millennio a.C.

Con la fine dell’età del Bronzo nelle pratiche funebri inizia a prevalere la cremazione: le ceneri del defunto venivano raccolte all’interno di un’urna cineraria deposta insieme ad alcuni oggetti di corredo. Da Punta di Zambrone proviene la preziosissima statuetta in avorio di produzione minoica, un unicum in tutto il Mediterraneo occidentale.

Alla prima età del Ferro risalgono due coppie di bracciali in filo d’oro avvolto a spirale, una coppia di schinieri e punte di lancia in bronzo. Ricca è la produzione di spille (fibule) maschili e femminili e vari i gioielli in bronzo. Dalle necropoli più ricche provengono preziosi gioielli provenienti da terre lontane. Le sepolture femminili erano contraddistinte dalla presenza di pesi da telaio decorati ad incisione.