Livello B

SEZIONE I - Città della Magna Grecia

Le colonie di Sibari e Crotone

A partire dall’VIII secolo a.C., lungo le coste dell’Italia meridionale della Sicilia, sorsero numerose comunità, città-stato organizzate secondo il modello ellenico della polis.
Tra le colonie sorte in territorio calabrese, le più antiche sono Sibari e Crotone, fondate alla fine dell’VIII secolo a.C. Le monete coniate a Sibari raffigurano quasi sempre il simbolo della città, un toro con la testa rivolta all’indietro. Dal santuario di Timpone della Motta, dedicato alla dea Atena, giungono numerose riproduzioni di vasellame miniaturistico.
La monetazione di Crotone era caratterizzata da una grande varietà di tipi, di cui il più identitario fu il tripode, simbolo dell’oracolo di Apollo a Delfi.
Da S. Brancato di Tortora (CS) proviene una stele con inciso un testo di carattere pubblico e religioso in lettere greche, datata al VI secolo a.C.: uno dei documenti più rilevanti dell’epigrafia calabrese di età arcaica.

Le colonie di Medma e Hipponion

Medma, l’attuale Rosarno (RC), fu fondata nel VI secolo a.C. Dalle aree sacre cittadine provengono depositi votivi contenenti un elevato numero di ex-voto: statuette femminili raffiguranti Persefone e Afrodite, e figure maschili da ricondurre a Hermes o a Eracle, divinità connesse ai riti di passaggio.
Da Hipponion (oggi Vibo Valentia), fondata alla fine del VII secolo a.C., proviene il significativo deposito votivo dedicato a Persefone, ricco di numerosi vasi in terracotta e offerte in bronzo appositamente frantumate per evitarne il riutilizzo. Tra queste un elmo calcidese finemente decorato dall’incisione di due tritoni sulle valve della calotta, i cui paraguance furono intenzionalmente piegati a scopo rituale.

Le colonie di Caulonia e Locri

Da Caulonia giungono preziose attestazioni ceramiche; espressione dell’artigianato locale sono le arule, piccoli altari in terracotta spesso decorati da motivi in rilievo o dipinti, utilizzati per la celebrazione dei culti domestici.
Pregiate iscrizioni provengono da Locri: 39 tavolette bronzee rinvenute all’interno di una teca cilindrica interrata nel santuario di Zeus Olimpio. I testi offrono informazioni sulla storia politica ed economica della città. Interessante è la coppa in bronzo, un tempo dedicata ad Afrodite, il cui fondo è stato spianato per permettere l’incisione di un testo che registra prelievi effettuati per la costruzione delle mura urbane. Di particolare rilievo, a Locri, è il culto della dea Persefone; durante il V secolo a.C. l’offerta più frequentemente dedicata alla dea è composta da piccoli quadretti votivi in terracotta (pinakes), realizzati in serie per mezzo di matrici e dipinti con colori vivaci (a volte ancora visibili), animati da scene a rilievo connesse al mito di Persefone.

SEZIONE II - Santuari della Magna Grecia

I santuari della Mannella, di Marasà di Locri

Le tipologie più diffuse di ex-voto provenienti dal santuario locrese della Mannella, dedicato alla dea Persefone, sono le statuette in terracotta che solitamente raffiguravano la divinità stessa, nonché piccoli modellini di offerte di fiori e frutta, preparati alimentari e animali sacrificali. Più esclusive, per l’alto valore intrinseco e formale, sono le offerte in bronzo, che rimandano a una committenza aristocratica, fra questi spiccano i preziosi specchi e le armi.
Dal santuario di Marasà proviene una delle colonne della peristasi e il gruppo statuario dei Dioscuri, posto a decorazione del tempio. Nei pressi del teatro sorgeva un tempio dorico, a cui apparteneva il gruppo scultoreo in terracotta con l’immagine di un cavaliere sorretto da una sfinge, noto come il Cavaliere di Casa Marafioti.

Il santuario della Passoliera di Caulonia e il santuario di Apollo Aleo di Krimisa

Da Caulonia giungono magnifici frammenti architettonici, tra cui un coppo di colmo dipinto e numerosi rivestimenti in terracotta. È stato possibile ricostruire parte del tetto del tempio c.d. della Passoliera, con la cornice cadenzata da numerosi gocciolatoi dipinti e modellati a testa di leone, e con lo straordinario acroterio di colmo a elementi floreali.
Sul finire del VII secolo a.C., fu fondata Krimisa, l’attuale Cirò (KR). Gli scavi archeologici hanno portato alla luce i resti del santuario dedicato ad Apollo Aleo, databile al VI secolo a.C.
Tra i ritrovamenti più preziosi vi è una magnifica scultura (acrolito) realizzata con il capo e gli arti in marmo pario; il resto del corpo, invece, era costituito da un’impalcatura lignea riccamente abbigliata con stoffe e gioielli. Numerosi gli oggetti votivi che testimoniano il culto del dio: tra questi, la preziosissima statuetta in oro che lo raffigura.