Il primo Presepe per la Città Eterna. La Natività di Arnolfo di Cambio

Il primo Presepe per la Città Eterna. La Natività di Arnolfo di Cambio

Il museo è il luogo in cui si custodisce la memoria storica e le tradizioni culturali di un territorio, promuovendo la consapevolezza della propria identità. Il simbolo per eccellenza del Natale, la festa della nascita di Gesù, è il presepe, la raffigurazione della Natività. Appuntamento al MArRC, dunque, giovedì 19 dicembre, alle ore 17.00, in Piazza Paolo Orsi, per la conferenza su “Il primo Presepe per la Città Eterna. La Natività di Arnolfo di Cambio del 1291”, a cura dei restauratori Giuseppe Mantella e Sante Guido.

I due professionisti illustreranno, sotto il profilo storico-artistico-culturale e dell’intervento di recupero da loro effettuato nel 2005, il primo presepe della storia cristiana: la rappresentazione della Natività nel complesso scultoreo-architettonico in pietra, attribuito al poliedrico artista toscano Arnolfo di Cambio – considerato il Giotto della scultura – e datato 1291, nella Basilica papale di Santa Maria Maggiore. Questa, fin dalla fine del VII secolo e per tutto il Medioevo, era chiamata Sancta Maria in Praesepium, in quanto ospitava le sacre reliquie della mangiatoia in cui fu deposto il Bambino Gesù e le fasce del Bambinello, diventando luogo di pellegrinaggio quale la “Betlemme d’Occidente”.

L’opera fu realizzata su commissione di Papa Niccolò IV, il primo pontefice francescano, che desiderava avere un modellino della Grotta di Betlemme che rievocasse la rappresentazione storica-teatrale della nascita di Gesù realizzata da san Francesco d’Assisi nel Natale 1223 a Greccio, con l’aiuto del nobile Giovanni Velita. Alla fine del XVI secolo d.C., il presepe opera di Arnolfo di Cambio fu smontato e ricomposto nella cripta (oggi chiamata Cappella Sistina, come quella in Vaticano) realizzata dall’architetto Domenico Fontana, per volere di Papa Sisto V; oggi è nella teca di cristallo disegnata dall’architetto Giuseppe Valadier, nell’Ottocento. Il lavoro di restauro, a cura di Guido e Mantella, ha restituito alle forme ammassate del presepe la figura nello stile originario arnolfiano, di un effetto visivo di simbiosi tra scultura e architettura.

In occasione di questo Natale 2019, Papa Francesco ha inviato un pezzetto della Sacra Culla come reliquia in dono a Nazareth, affidata ai frati minori Custodi di Terra Santa.

«Il presepe di Arnolfo di Cambio è un vero capolavoro d’arte, fortemente innovativo al tempo per la sua eccezionale tridimensionalità e per la policromia, oggi in gran parte perduta», spiega Mantella. «La Madonna, che si credette a lungo essere opera postuma, ma che invece fu realizzata dallo stesso artista toscano, presenta una particolare delicatezza e insieme una perizia di scultura». Continua Guido: «Si tratta del primo presepe in assoluto, in quanto rappresentazione sacra complessa. Nel VII secolo, con la caduta della Terra Santa nelle mani degli Arabi e con la prima invasione araba d’Occidente, arrivarono le prime reliquie da Betlemme. Tra queste, anche la culla della Natività». Il presepe di Arnolfo di Cambio «si compone di cinque blocchi marmo, che raffigurano Maria con il Bimbo in braccio, san Giuseppe, il bue e l’asinello insieme, due re Magi in piedi nello stesso blocco e l’ultimo con il terzo re Magio in ginocchio»