Giovan Battista Mori e la ricostruzione di Reggio dopo il terremoto del 1783

Giovan Battista Mori e la ricostruzione di Reggio dopo il terremoto del 1783

Lo slogan per il 2018 Anno Europeo del Patrimonio Culturale è “Il nostro patrimonio: dove il passato incontra il futuro”. Il Natale è un’occasione, al MArRC, per ripercorrere la storia comune del territorio, in modo da costruire un futuro più consapevole. Giovedì 20 dicembre, alle ore 17.30, in Sala Conferenze, l’appuntamento è con il Centro Internazionale Scrittori della Calabria sul tema “Giovan Battista Mori e la ricostruzione di Reggio dopo il terremoto del 1783”, per il Ciclo di Storia.

Con il professore Pasquale Amato, docente all’Università per Stranieri “Dante “Alighieri” e componente del Comitato scientifico del CIS, interverrà la storica germanista Francesca Paolino.

Introdurranno: il direttore del Museo Carmelo Malacrino e la presidente del CIS Loreley Rosita Borruto.

Dal 5 febbraio al 28 marzo 1783, cinque terribili scosse di terremoto devastarono Messina e la Calabria Ultra, nel territorio tra Reggio a Catanzaro, e la Calabria Citra. I morti furono decine di migliaia. Circa duecento città, paesi e villaggi furono completamente distrutti o gravemente devastati. Nella notte tra il 5 e 6 febbraio un maremoto si abbatté sulle due sponde dello Stretto.

«Il Governo Borbonico non si limitò all’emergenza, ma sulla scorta della cultura illuminista di cui Napoli fu una delle sedi principali di elaborazione e di innovazioni, si mosse secondo una strategia di ampio respiro», racconta Amato. «Da una parte, gli impianti urbanistici subirono una vera rivoluzione e, dall’altra, si studiarono le prime tecniche di costruzione antisismiche e vennero varate le prime norme giuridiche in materia». A Reggio – continua lo storico – «il protagonista di questo intervento strategico fu l’ingegnere Giovan Battista Mori, il quale, godendo dell’ampio appoggio dal Governo napoletano, cambiò drasticamente l’impianto urbanistico trasformando totalmente il volto della Città. La sua azione fu talmente incisiva da venire confermata nei suoi cardini essenziali dal Piano Regolatore di Pietro De Nava, dopo il terremoto del 1908».